Gherardo Colombo, Anna Sarfatti, Sei stato tu? La Costituzione attraverso le domande dei bambini, Salani Editore
20 Luglio 2009 | di Renza Bertuzzi
Parafrasando un vecchio slogan dei tempi d'antan, quando la cultura rappresentava un obiettivo di grande valore, si può con sicurezza affermare che non è mai troppo presto parlare di regole a scuola e soprattutto parlare della base di tutte le regole che è la Costituzione.
I tempi in cui stiamo vivendo non sono certo confortanti, rispetto a questo tema. Le regole ormai non sono più parte consolidata del vivere civile e familiare e la Costituzione appare a troppi più come un impedimento che come una garanzia e come la memoria del nostro passato.
Se così è, come tentare un' inversione di tendenza in questo comune sentire piuttosto preoccupante? Diciamo subito che l' impresa non è facile, che spesso si è tentati dalla sensazione di ineluttabile scivolamento verso il disincanto. Tuttavia, per fortuna, si muovono e agiscono nella società civile persone che non hanno alcuna intenzione di abbandonare la funzione di educare ai valori della nostra Repubblica, quei valori che dovrebbero essere difesi prima di tutto da quel ceto politico, in nome dei quali esso giura fedeltà al proprio mandato.
Persone come Gherardo Colombo, ex magistrato di Mani pulite e Anna Sarfatti, docente nella scuola primaria, i quali hanno messo in cantiere un' esperienza di Costituzione insegnata ai bambini di una classe V, da cui è nato uno stimolante testo ''Sei stato tu? La Costituzione attraverso le domande dei bambini.''
Così, partendo dal fatto che ogni gioco ha le sue regole e che per giocare occorre conoscerle, il ''gioco'' di imparare la Costituzione è cominciato. Perchè - come dice Colombo- nella sua prefazione '' La Costituzione è un po' come un libretto d' istruzione sulle relazioni; del ''gioco'' dei rapporti con gli altri [...] dello stare insieme armoniosamente, senza prevaricare e senza essere prevaricati, riconoscendo in ogni altro una persona e perciò rispettandolo come si rispetta se stessi''. (Pag. 7)
Il percorso, iniziato da Anna Sarfatti, è durato 4 anni, perchè- lei stessa ci dice nella Conclusione- ''si può cominciare anche dalla prima classe a parlare di Costituzione, purchè si cerchino modalità adeguate all' età e agli interessi dei bambini'' e perchè bisogna prevedere ''un tempo disteso, accogliente, [...] un tempo che preveda di fermarsi anche a lungo su un argomento, se i bambini lo richiedono''. In questo tempo, tutti gli articoli della Costituzione sono stati analizzati e spiegati, dando voce a tutti i dubbi e tutte le domande dei bambini, in un ''dialogo a distanza con una persona molto esperta, la cui identità è rimasta a lungo coperta da segreto. A lui, ''all' uomo senza nome'' potevano rivolgere la domande scaturite nel corso delle nostre conversazioni. [...] si capisce che scrive per noi bambini-hanno detto- perchè ci spiega bene, con parole facili''. Solo a conclusione di questa esperienza hanno appreso di aver dialogato con Gherardo Colombo''. (Pag. 127).
Anna Sarfatti afferma che ''parlando di Costituzione con i bambini si è sentita cittadina più che maestra'' (pag. 126), ma, concludiamo noi, i docenti dovrebbero essere cittadini più cittadini degli altri e questa esperienza ci insegna che è possibile che ciò avvenga e che è auspicabile che queste esperienze diventino comuni in tutte le scuole.
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