Un bel Tre ... Monti!

Dei buoni propositi iniziali non è rimasta traccia alcuna


05 Maggio 2012 | di Raffaele Salomone Megna

Un bel Tre ... Monti! Personalmente non ho mai creduto nei ''salvatori della patria'' e nel professor Monti non avevo riposto soverchie speranze, anche se ritenevo che difficilmente avrebbe potuto fare peggio di chi lo aveva preceduto.
Ma i più realisti, tra i quali mi annoveravo, lo indicavano come l'uomo delle banche, come appartenente a quel sistema di interessi e di poteri forti che avevano determinato la crisi mondiale e quindi era come affidare le ''pecore al lupo''.
Ebbene, anche se era difficile crederlo, è riuscito a far peggio, decisamente peggio del Governo precedente.
Dei buoni propositi iniziali non è rimasta traccia alcuna.
Ha parlato di equità, ma la sua manovra economica è stata la più iniqua della storia repubblicana.
Ha colpito da subito le pensioni che erano state oggetto di penalizzanti riforme nel recentissimo passato. Ma i privilegi della casta sono rimasti intonsi ed i nostri parlamentari continuano ad essere strapagati rispetto al resto d'Europa e non solo.
Della imposta patrimoniale non c'è più traccia. Ci riferiamo a quella seria, quella che avrebbe dovuto essere applicata a quel 10% di italiani che posseggono il 45% di tutta la ricchezza esistente in Italia.
La riforma agraria attuata negli anni 50 nel nostro paese costituisce un precedente importante. La legge 841/50 contro il latifondo cosa era se non una patrimoniale?
Anche grazie ad essa si avviò la ricostruzione morale, civile ed economica della giovane repubblica italiana.
In compenso, però, il professore Monti ha colpito il patrimonio di tutti con l'IMU, l'imposta municipale unica, che poi municipale non è.
Tutti pagheranno questa imposta con una sola aliquota, indipendentemente dal fatto che si abbia un appartamento, caso mai ereditato, o che si abbiano cento appartamenti.
L'art. 53 della Costituzione Italiana così recita: ''Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva. Il sistema tributario è informato a criteri di progressività.'' La progressività dell'imposizione fiscale è un principio tributario fondato sulla solidarietà ed equità.
Le liberalizzazioni poi sono andate a finire così come sono andate.
I tassisti alla fine non sono stati toccati ma in fondo è un non problema).
I notai nemmeno (figura professionale istituita nel medioevo e che resiste pervicacemente solo in Italia). Anche questa volta sono passati indenni alla paventata liberalizzazione.
E' andata bene anche alle farmacie, che continueranno ad essere tramandate di padre in figlio così come avveniva una volta per i titoli nobiliari.
Ovviamente di far pagare le frequenze televisive che il precedente Capo del Governo, in un improvviso ed imprevedibile impeto di generosità verso il prossimo, aveva assegnato a se stesso, non se ne parla nemmeno (attenzione .. chi tocca i fili muore).
I centotrentuno caccia F 35 Jsf (Joint Strike Fighter) verranno acquistati lo stesso alla modica spesa di 16 miliardi di euro (volendo essere ottimistici). Ma come dicevano i latini ''pacta servanda sunt''.
D' altronde hanno anche detto che pagare i caccia agli americani ed agli inglesi creerà lavoro in Italia, circa 600 posti. Ma quanti posti potremmo creare se li spendessimo tutti in Italia?
Con le banche il professor Monti è stato insuperabile. Ma come si dice dalle nostre parti ''al cuore non si comanda .....'' .
E' riuscito ad imporre ''ope legis'' l'apertura di un conto corrente o di una carta di credito anche a coloro che hanno entrate superiori ai mille euro mensili Praticamente alla stragrande maggioranza degli italiani. Ma è stato fatto solo con il nobile intento di combattere l'evasione fiscale, anche dell'accordo con la Svizzera per la tassazione dei capitali esportati colà illegalmente, non se ne sa più nulla alla Germania questo accordo frutterà ben 6 miliardi di euro).
Della Tobintax (tassa sulle transazioni finanziarie a breve termine e quindi derrente nei confronti delle speculazioni sui titoli di stato) nessuna traccia.
Per contro le banche continueranno ad imporre assicurazioni sulla vita ai richiedenti mutui e prestiti personali (mi domando: ma cosa sarà mai il rischio imprenditoriale?).
Per finire ad ottobre incombe l'ulteriore incremento dell'IVA al 23%.
Anche questa è una misura iniqua e fortemente recessiva. Iniqua perchè è un prelievo fiscale indiretto che colpirà tutti allo stesso modo (pensionati, disoccupati, indigenti), recessiva perchè deprimerà ulteriormente i consumi.
Comunque, il professor Monti ha recentemente dichiarato che ora è giunto il momento di pensare alla crescita. In che modo pensa di farlo? Abolendo l'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori (Legge 300/70), a suo parere madre di tutti i problemi italiani (anche se mi permetto umilmente di far notare che i problemi ci sono anche nei paesi dove l'articolo 18 non esiste, negli USA per esempio).
Della cosa se ne occuperà il ministro Fornero (quella che piange dopo che vara i provvedimenti; a lei le lacrime a noi il sangue).
Che si rilanci l'economia ed i consumi interni, consentendo licenziamenti più facile, è un arcano. Il primo articolo della nostra Costituzione dice ''L'Italia è una Repubblica fondata sul lavoro''. Non sulle banche o sulle imprese. Sul lavoro.
Quindi, una eventuale abrogazione è un passo indietro in termini di civiltà giuridica ed un grosso passo nel processo di trasformazione del nostro ordinamento da stato liberale in stato liberista.
Vorrei sbagliare, ma sicuramente questo coacervo di vecchie imposte, di nuove imposte, di minori diritti, di maggiore incertezza sul futuro, non aumenterà la produzione, ma solo la recessione.
Con un decremento del PIL e quindi delle entrate complessive, anche senza l'art. 18, i conti pubblici saranno nuovamente a rischio, con la necessità di una nuova manovra fatta di tagli e sacrifici, in una spirale senza fine (Fornero piangerà sicuramente).
Per concludere un tre ... a Monti è anche troppo.



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