L’Agenda 2030: una proposta di educazione alle cittadinanze


14 Aprile 2019 | di Fabiana Fago

L’Agenda 2030: una proposta di educazione alle cittadinanze Ragionare sul perché è importante che la scuola si occupi anche dell’Agenda 2030[1] nell’ambito dell’educazione alla cittadinanza può diventare l’occasione per porre al centro del progetto scuola italiana le generazioni che si stanno educando e istruendo e il futuro che per loro si sta delineando giorno dopo giorno, a velocità spedita;  la questione potrebbe apparire  ardua e priva di una qualsiasi prospettiva didattica, ma di fatto trattasi di una traccia di riflessione interessante che ha molta attinenza anche con le indicazioni del Miur rispetto a percorsi di Cittadinanza e Costituzione[2].

 

Per introdurre la questione basta guardare anche in maniera rapida quelli che sono i valori che attraverso l’Agenda vengono trasmessi e possono arrivare nelle scuole: alla base del documento e dei suoi obiettivi vi sono, tra gli altri, i valori della pace, della libertà, della democrazia, della convivenza e del dialogo, della reciproca comprensione e dello sviluppo, della giustizia sociale e dell’incontro tra culture diverse, del cibo e altri ancora.  

 

Elementi che tracciano a tratti larghi la proiezione concreta di un futuro non lontano, con contorni reali, che suggerirebbe agli studenti un confronto immediato con il tema della cittadinanza globale, li condurrebbe a dialogare sul presente, sfruttando interrogativi tipici di un esercizio di problem solving per il quale inevitabile è il ricorso alla memoria, alle discipline, alle competenze utili a realizzare la storia globale dell’umanità.

 

Tramonterebbe in modo definitivo l’idea che questioni di sostenibilità riguardino unicamente la politica dei grandi, poiché ad esempio rispetto alle tematiche ambientali, tutti i Paesi sono chiamati a contribuire alla costruzione di un mondo equo e rispettoso della natura, senza particolari distinzioni tra i diversi livelli di sviluppo conseguito, tra aree ricche e meno avanzate, pur nelle inevitabili differenze e con le risorse disponibili.

 

Entro il 2030 ogni Stato dovrà dotarsi di strumenti opportuni per realizzare gli obiettivi e vincere le grandi sfide poste dal programma. Il primo passo necessario per realizzare gli obiettivi è quello di coinvolgere tutte le componenti della società e di aiutare i giovani a concepire una visione integrata e sostenibile dello sviluppo. Le società g-locali sono società plurali ed eterogenee, in cui coabitano diverse identità, culture e religioni. La diversità culturale è una ricchezza ed è, allo stesso tempo, una sfida educativa, sociale e politica, e riguarda il modello di integrazione e di coesione sociale che si vuole costruire in una prospettiva interculturale. Contro l’idea dell’assimilazione, fortemente sostenuta da alcuni settori politici e sociali, è necessario co-costruire e talvolta ri-costruire un ethos civile condiviso, regole di un’etica pubblica, partendo da quel dialogo tra culture che rispetta anche gli interessi e le identità delle minoranze[3].

 

Per questo la scuola può fare molto, anche se giuridicamente siamo già cittadini italiani ed europei, ma abbiamo molto da fare ancora per poter diventare davvero cittadini informati, consapevoli e attivi, in grado di partecipare attraverso pratiche e comportamenti e tenere alto il senso di libertà e responsabilità, svolgendo esercizi di critica e di proposta. Crediamo che si dovrebbe parlare di più delle questioni aperte sui tavoli della politica, a partire dalle aule scolastiche, senza tesi precostituite, muovendosi attraverso riflessioni, esperienze, idee, ipotesi scientifiche e risorse utili a tutti i cittadini.

 

Si sono raccolte informazioni da diverse fonti e persone che lavorano su vari progetti in tutta Europa: alcuni di questi sono stati avviati appositamente per affrontare il tema dell’educazione europea alla cittadinanza; altri hanno un diverso tema centrale, ma abbracciano argomenti e approcci che offrono ugualmente dei contributi in quest’area. Non è opportuno in questa sede catalogare appositamente i progetti in base a diverse tipologie, piuttosto riteniamo interessante sottolineare la molteplicità delle attività che rientrano in qualche modo nel quadro dell’educazione alla cittadinanza europea (progetti che operano con: individui e gruppi, su temi diversi dall’arte l’arte allo sport, a livello locale e a livello internazionale, ma soprattutto che agiscono lavorando principalmente sulle grandi differenze fra le persone in termini di età, competenze, background sociale, religioso o culturale. Progetti gestiti da organizzazioni altrettanto diverse, a livello locale, nazionale o internazionale, di tipo governativo o non governativo, piccole o grosse, gestite da personale retribuito o da volontari, solo per citare alcune delle loro caratteristiche)[4].

 

I percorsi didattici che si possono costruire possono essere molto vari e andrebbero sviluppati in un’ottica multi direzionale, si potrebbe iniziare da argomenti chiave storia, cultura, società, economia per arrivare a definire le prospettive dell’idea di Europa e di mondo attivando un dialogo con il passato e al tempo stesso ponendo domande al presente e al futuro. Studentesse e studenti diventerebbero agenti di cittadinanza attiva e imparerebbero a mettere a frutto le loro attività scolastiche per la formazione dei pari, delle famiglie e del territorio.

 

In molti progetti scolastici attualmente attivati nelle scuole di diversi ordini si parte dalla necessità di sapere come l’Europa e il mondo intero sono  percepiti dai giovani, destinatari e protagonisti attraverso le proprie testimonianze, le storie personali e la narrazione di vissuti, per arrivare a strutturare percorsi sulla cittadinanza; utilizzando l’agenda 2030 come riferimento base si potrebbe fare molto di più addirittura arrivando a intraprendere percorsi centrati sulle cittadinanze: italiana, europea e globale[5].

 

 

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 [1] L’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile è un programma d’azione «per le persone, il pianeta e la prosperità» sottoscritto nel settembre 2015 dai governi dei 193 Paesi membri dell’ONU. Attraverso questo documento il mondo intero è chiamato a sostenere un programma impegnativo, incentrato su 17 obiettivi, articolati in 169 traguardi da raggiungere entro il 2030. L’Agenda 2030 sostituisce i precedenti obiettivi del millennio con un programma che configura un nuovo modello di sviluppo nel quale si integrano le dimensioni sociali, economiche e ambientali. Costruito per guidare ragazze e ragazzi in un viaggio trans-generazionale nella memoria di comunità, alla scoperta dei valori cardine della Democrazia e della Costituzione, in vista di un nuovo modello di cittadinanza tutto da declinare in un contesto in continuo mutamento. Cfr. http://asvis.it/agenda-2030 e http://tapnetwork2030.org/.

[2] “L’insegnamento Cittadinanza e Costituzione ha l’obiettivo di costruire più ampie competenze di cittadinanza, rispetto agli obiettivi del tradizionale insegnamento di Educazione civica. Altra novità è la responsabilità distribuita tra più docenti per raggiungere l’obiettivo”. Cfr. https://www.miur.gov.it/cittadinanza-e-costituzione.

[3] Esercizio che guidi ragazze e ragazzi in un viaggio trans-generazionale nella memoria di comunità, alla scoperta dei valori cardine della Democrazia e della Costituzione, in vista di diverse pratiche di cittadinanza da declinare in un contesto in continuo mutamento.

[4] Il riferimento implicito arriva dal Development Education Forum (2004) è quello di Educazione allo sviluppo: un processo attivo di apprendimento, fondato sui valori della solidarietà, dell’uguaglianza, dell’inclusione e della cooperazione. Essa dà la possibilità alle persone di compiere un percorso, partendo dalla consapevolezza di base delle priorità dello sviluppo internazionale e dello sviluppo umano sostenibile, e passando attraverso la comprensione delle cause e degli effetti delle questioni globali, per giungere all’impegno personale e all’azione informata. Incoraggia la partecipazione piena di tutti i cittadini allo sradicamento della povertà ovunque nel mondo e alla lotta contro l’esclusione. Il suo obiettivo è quello di cercare di influenzare le politiche economiche, sociali ed ambientali nazionali e internazionali, affinché siano politiche più giuste, sostenibili e basate sul rispetto dei diritti umani.

[5] Spunti interessanti sono suggeriti da Scenari di cittadinanza, esempi di progetto attraverso il link   https://pjp-eu.coe.int/documents/1017981/1668057.

 

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Fabiana Fago (1976) attualmente vive e lavora a Bari, ma ha origini tarantine.
Dopo la laurea in lettere moderne, ha conseguito il Dottorato di Ricerca in Italianistica presso l’Università “A.Moro” di Bari. È docente specializzato di sostegno nella scuola secondaria di II grado e insegna presso un Liceo linguistico.
È impegnata in diversi progetti di formazione relativi ai bisogni educativi speciali, si occupa di Alternanza scuola lavoro e di didattica per competenze collaborando anche con l’università. 
Attiva nella Gilda degli Insegnanti di Bari dal 2015, cura il servizio di consulenza e la newsletter.
 
 


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